lunedì 17 novembre 2008

Può un movimento per l’acqua non riconoscersi
nell’Onda?

Lettera aperta alle studentesse e agli studenti

Siamo donne e uomini da sempre impegnati nei nostri
territori e a livello nazionale e internazionale per il
riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano
universale, da sottrarre al mercato e al profitto e da
restituire alla gestione partecipativa delle comunità
locali.

Insieme abbiamo prodotto e animato decine di conflitti
territoriali contro la privatizzazione dell’acqua e per la
difesa dei beni comuni.

Insieme abbiamo costituito, nel marzo 2006, il Forum
italiano dei movimenti per l’acqua, una rete che raccoglie
più di settanta associazioni ed organizzazioni e più di
trecento comitati territoriali.

Insieme abbiamo raccolto più di 400.000 firme a sostegno
di
una proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela,
il governo e la gestione pubblica dell’acqua.

Insieme abbiamo costruito, il 1 dicembre 2008, la prima
manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione
dell’acqua e per la difesa dei beni comuni, che ha visto
più
di 40.000 persone sfilare per le strade di Roma.



Vi abbiamo visto inondare le città e le piazze di questo
paese chiedendo a gran voce la difesa della scuola pubblica,
il diritto all’istruzione, alla conoscenza e al futuro,
lottando contro la mercificazione del sapere e della
formazione, la precarizzazione della conoscenza e della vita
, lo svilimento della scuola primaria, la privatizzazione
dell’università.

Vi abbiamo sentito urlare con rabbia ed allegria : “Noi la
vostra crisi non la paghiamo” riprendendovi gli spazi
delle
scuole e delle università e facendole diventare nuove
agorà
di socialità, conoscenza e incontro fra i movimenti e le
lotte di chi vuole cambiare le politiche di questo paese e
di chi vuole praticare un altro mondo possibile.



Questo mondo è oggi attraversato dalla più importante
crisi
economica e finanziaria che la storia ricordi, mentre si è
approfondita la crisi alimentare globale e si è
definitivamente appalesata la crisi ecologica e resi
evidenti i primi effetti permanenti dei cambiamenti
climatici planetari.

Un modello di ordine mondiale, fondato sul pensiero unico
del mercato, sull’accaparramento predatorio delle risorse
naturali, sulla mercificazione dei beni comuni e la loro
consegna ai grandi capitali finanziari, sullo svuotamento
della democrazia e della partecipazione popolare sta
dimostrando il proprio completo fallimento.



Il “crack” globale dell’economia finanziaria
rappresenta
l’esito di trenta anni di politiche liberiste, basate
sull’assioma “privato è bello”, sulla
deregolamentazione del
lavoro, sulla privatizzazione dei servizi pubblici, sulla
espropriazione dei diritti sociali.

Oggi sono i grandi poteri bancari e finanziari ad invocare
l’intervento pubblico e il sostegno statale.

Oggi sono i più sfrontati liberisti a dichiarare il
fallimento del mercato.



Lo scopo è chiaro : ottenere un nuovo travaso di risorse
dalle collettività ai poteri forti per rilanciare i flussi
finanziari mondiali e riprendere l’espropriazione di
risorse.

Così si chiedono sostegni pubblici alle banche, mentre si
approvano normative –come l’art. 23 bis della Legge n.
133/08- che perseguono la definitiva messa sul mercato dei
servizi pubblici locali, a partire dall’acqua e dal
servizio
idrico integrato.

Così si approvano normative per il drastico taglio dei
fondi
alle scuole di ogni ordine e grado, si inasprisce la
precarietà e si attaccano i diritti del lavoro, si
militarizzano gli spazi della democrazia e del conflitto
sociale.



“Noi la vostra crisi non la paghiamo” avete detto voi
per
primi, inondando le strade di questo paese e riaffermando un
protagonismo diretto, senza deleghe alcune né qualsivoglia
rappresentanze.



“Noi la vostra crisi non la paghiamo” diciamo anche noi,
reclamando la fine delle politiche liberiste di
privatizzazione e ponendo al centro della nostra iniziativa
la riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni,
la
loro cura e conservazione per le generazioni future, la loro
gestione partecipata dai cittadini, dai lavoratori e dalle
comunità locali, come motore di una ricostruzione dei
legami
sociali, di una riaffermazione dei diritti collettivi, della
riproduzione di un’appartenenza sociale aperta e
condivisa.

In una parola, di una nuova democrazia e di un altro mondo
possibile.



Senza acqua non c’è diritto alla vita.

Senza saperi, formazione e conoscenze c’è solo
dominazione
del più forte.

Senza spazio pubblico non c’è partecipazione né
democrazia.



Per questo ci riconosciamo nella vostra lotta e salutiamo la
vostra assemblea nazionale, confermando la nostra piena
solidarietà alle vostre mobilitazioni e proponendovi
intrecci fra le nostre reciproche esperienze.

Intrecci che possono essere resi ancora più forti e
solidi,
partendo dalla consapevolezza -che poi è anche la cifra
del
nostro percorso- di come unità, radicalità, autonomia e
inclusione delle differenze costituiscano il carattere
fondante dei movimenti sociali.



Il 22-23 novembre prossimi, il movimento per l’acqua
terrà
ad Aprilia il suo secondo Forum nazionale, per fare il punto
delle mobilitazioni attivate e per rilanciare con ancora
più
forza le ragioni della riappropriazione sociale dell’acqua
e
della difesa dei beni comuni.

Ci piacerebbe che fra gli interventi di apertura, sabato 22
mattina, ci fosse anche un contributo di una/uno studente
che racconti al popolo dell’acqua pubblica l’esperienza
del
popolo della scuola pubblica.

Ci piacerebbe che, nell’autonomia dei reciproci percorsi,
si
potessero innescare importanti connessioni, promuovendo
iniziative comuni dentro e fuori le Università che
facciano
incontrare le nostre battaglie per i beni comuni.

Ci piacerebbe ascoltarvi e raccontarvi qualcosa di noi.

Con curiosità, fiducia e determinazione.

Dobbiamo solo cambiare il mondo.


Un caro abbraccio a tutte e tutti.


Forum italiano dei movimenti per l’acqua

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