venerdì 12 dicembre 2008

L'università che vogliamo

L'onda anomala non si ferma.....

Qualcuno pensa che il silenzio possa placare un'onda impazzita, che in questi mesi ha più volte fatto vedere la sua forza nei cortei e nelle lezioni di piazza, che hanno invaso la città dei nostri saperi.

Ha portato la sua voce nei consigli di facoltà, irrompendo nel senato accademico, per ribadire un secco no alla legge 133.

La manifestazione di Roma del 14 novembre, e l'assembla nazionale danno vita alla nuova formula del movimento dell'onda: AUTORIFORMA

I tagli indiscriminati al sistema dell'istruzione reggono le sorti del sistema bancario che collettivizza solo le perdite.

E' stato lanciato un messaggio forte e chiaro: questa crisi non può ricadere sulle spalle dei precari,

della scuola, dell'università, della ricerca e della sanità.

Vogliamo partire dalla redistribuzione del reddito in termini di riqualificazione dei servizi come mense, trasporti, case e biblioteche; e in occasione dello sciopero generale del 12 dicembre chiamare la comunità accademica a ripensare insieme e a costruire l'università che vogliamo.

Le lezioni con i ritmi incalzanti del nuovo ordinamento a volte finiscono anche dopo l'orario di chiusura delle biblioteche e quest'ultime non vengono considerate spazi destinati allo studio e al confronto, proprio perchè non c'è il tempo materiale di viverle, non vogliamo vivere l'università come un esamificio ma vogliamo riappropriarci del nostro tempo.

L'onda chiede un apertura prolungata delle biblioteche fino alle ore 24 e nel fine settimana, e che le stesse siano raggiungibili con i trasporti pubblici, ciò permetterebbe inoltre la predisposizione di nuovi part-time per studenti e la regolarizzazione dei precari che da troppo tempo versano nella situazione di incertezza.

A questo proposito, l' impiego del part-time degli studenti è già previsto da regolamento per il miglioramento dei servizi universitari.

Un' esigenza forte come la riappropriazione di spazi e tempi necessari, può costituire anche l' occasione per reinventare e praticare attività alternative alla logica della privatizzazione dei servizi.